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Vendere la seconda casa: plusvalenza e detrazioni spiegate bene

Ultima modifica: 13/06/2025 10:37:13

Vendere la seconda casa: tutto quello che devi sapere

Se stai pensando di vendere una seconda casa – magari ricevuta in eredità, acquistata come investimento o semplicemente non più utilizzata – è normale avere dei dubbi. Ci sono aspetti fiscali da valutare, documenti da preparare, spese da considerare. In questo articolo il nostro scopo è quello di guidarti passo-passo a conoscere tutti gli aspetti fiscali e burocratici. Questo perchè, con le giuste informazioni (e il giusto supporto), vendere una seconda casa può diventare un’operazione semplice, chiara ee soprattutto vantaggiosa!

Ogni settimana ci capita di seguire clienti che vogliono vendere una seconda abitazione: appartamenti al mare, case in collina o immobili lasciati in affitto per anni. In tutti questi casi ci sono regole ben precise da conoscere – come la tassazione sulla plusvalenza o le eventuali detrazioni: affrontarle con metodo è il primo passo per vendere bene e senza brutte sorprese.

In questo articolo ti spieghiamo tutto quello che devi sapere per affrontare la vendita con serenità e consapevolezza, evitando gli errori più comuni e massimizzando il risultato.

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Cosa si intende per “seconda casa”?

Prima ancora di parlare di tasse, plusvalenze o documenti, è fondamentale chiarire un punto: quando un immobile è considerato “seconda casa”?
Sembra una domanda banale, ma in realtà è il primo passo per evitare fraintendimenti e muoversi con maggiore consapevolezza durante la vendita.

Per l’Agenzia delle Entrate, una seconda casa è qualsiasi immobile che non viene utilizzato come abitazione principale. Questo vale anche se ci vai ogni tanto nei weekend, se lo affitti saltuariamente o se lo tieni vuoto in attesa di decidere cosa farne.

Rientrano tra le seconde case:

  • Gli appartamenti al mare, in montagna o al lago, utilizzati solo nei periodi di vacanza.

  • Gli immobili acquistati come investimento e messi a reddito (affittati).

  • Le case ereditate dai genitori o da altri familiari, che non sono mai diventate la tua residenza.

  • Le vecchie abitazioni in cui vivevi un tempo, ma che oggi hai lasciato sfitte o inutilizzate.

Attenzione: non conta solo l’uso che ne fai, ma anche la residenza anagrafica e le agevolazioni fiscali richieste al momento dell’acquisto. Se non hai mai trasferito lì la residenza o non hai usufruito delle agevolazioni “prima casa”, molto probabilmente l’immobile sarà considerato fiscalmente come “seconda casa”.

Fare chiarezza su questo punto è essenziale, perché la categoria a cui appartiene l’immobile incide direttamente sulle tasse da pagare, sia in fase di possesso sia al momento della vendita.

Adesso che abbiamo definito cosa si intende per seconda casa, possiamo passare a un altro punto fondamentale: le tasse da conoscere quando decidi di venderla.

 

Le tasse sulla vendita della seconda casa: ecco come funziona la plusvalenza

Una delle domande più frequenti quando si decide di vendere una seconda casa riguarda proprio le tasse da pagare. È un tema importante, ma spesso si tende a far confusione tra le diverse imposte, o a preoccuparsi senza avere chiaro come funziona davvero il meccanismo.

In realtà, la tassazione sulla vendita dipende da diversi fattori, tra cui il tempo trascorso dall’acquisto, il prezzo di vendita e le eventuali spese sostenute per migliorare l’immobile.

Il punto centrale da conoscere è questo: se vendi una seconda casa entro 5 anni dall’acquisto, potresti dover pagare una tassa sulla plusvalenza. La plusvalenza non è altro che il guadagno che ottieni dalla vendita, calcolato sottraendo al prezzo di vendita il prezzo di acquisto (comprensivo delle spese detraibili, come quelle notarili, catastali o di ristrutturazione documentata).

Attenzione: se vendi entro 5 anni ma il prezzo di vendita è uguale o inferiore al prezzo d’acquisto (più spese), la plusvalenza è pari a zero. In quel caso non è prevista alcuna tassazione, anche se non sono passati i 5 anni.

Esempio pratico:
Hai comprato una casa nel 2021 a 120.000 euro, spendendo altri 10.000 euro tra lavori e costi notarili. Se oggi la rivendi a 160.000 euro, la plusvalenza sarà di 30.000 euro (160.000 - 130.000). Su quella somma potresti dover pagare le tasse.

In questi casi, hai due possibilità:

  • Inserire la plusvalenza nella dichiarazione dei redditi, e pagarci l’IRPEF ordinaria (con aliquota variabile in base al tuo reddito complessivo);

  • Oppure optare per un’imposta sostitutiva fissa del 26%, da saldare direttamente al momento del rogito. In questo caso sarà il notaio, su tua richiesta, a calcolare e versare l’importo.

La buona notizia? Se sono passati più di 5 anni dall’acquisto, non devi pagare alcuna tassa sulla plusvalenza, anche se l’immobile si è rivalutato molto nel tempo. Questa regola vale anche per immobili ereditati o ricevuti in donazione, con alcune eccezioni.

Nel dubbio, è sempre meglio fare una verifica precisa prima di mettere in vendita l’immobile, così da sapere in anticipo se dovrai versare imposte o se potrai incassare il ricavato senza trattenute.

 

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Spese detraibili: come abbattere la plusvalenza

Se stai per vendere una seconda casa acquistata da meno di 5 anni e prevedi un guadagno, è importante sapere che non tutto quel guadagno è automaticamente tassabile. La legge ti permette infatti di detrarre diverse spese documentate, così da ridurre la plusvalenza imponibile e pagare meno tasse.

Ecco alcune delle principali spese che puoi sottrarre:

  • Costi di acquisto: parcella del notaio, imposte e spese catastali versate all’epoca dell’atto.

  • Provvigione dell’agenzia immobiliare: se hai acquistato tramite agenzia, la commissione può essere detratta.

  • Interventi edilizi importanti: lavori di ristrutturazione o manutenzione straordinaria, purché regolarmente fatturati.

  • Interessi sul mutuo: se hai sostenuto un mutuo per l’acquisto e puoi dimostrarlo con la documentazione.

Il segreto è avere le pezze d’appoggio: fatture, ricevute, atti e contratti. Più precisa sarà la documentazione, più basso sarà l’importo tassato.

Con Facile Rogitare non sei lasciato solo a ricostruire tutto questo: ti aiutiamo a recuperare e verificare le spese detraibili, così da evitare errori e ottenere il miglior risultato possibile al momento della vendita.

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E se la casa è stata ereditata?

In caso di eredità, il calcolo cambia. Non si considera il prezzo d’acquisto (che non esiste), ma il valore catastale al momento della successione. La buona notizia? Anche qui vale la regola dei 5 anni: se ne sono passati almeno cinque, la plusvalenza non è tassata.

Attenzione però: se la casa è in comproprietà tra più eredi, o se ci sono quote indivise, serve una gestione accurata per evitare blocchi o errori in fase di rogito. Coordinarsi con un professionista ti permette di vendere in modo regolare e sereno, anche in situazioni complesse.

 

Vendere una seconda casa: altri aspetti da considerare

Quando si vende un immobile, ci sono sempre alcune verifiche fiscali e burocratiche da fare: dall’attestato di prestazione energetica (APE) alla conformità urbanistica, dalla visura ipotecaria alla documentazione catastale.
Ne abbiamo parlato nel dettaglio in un altro articolo su questo blog: "Quali sono i costi di vendere una casa?", e molti di quei aspetti valgono anche per la vendita di una seconda casa.

Detto questo, ci sono alcune differenze da conoscere quando si tratta di una seconda casa, soprattutto sul piano fiscale e patrimoniale. Non sono complicazioni insormontabili, ma è meglio arrivarci preparati. Ecco cosa considerare, oltre la plusvalenza (che abbiamo visto nel paragrafo precedente).

  • Non ci sono agevolazioni fiscali
    A differenza della prima casa, sulla vendita della seconda non sono previste agevolazioni fiscali. Le imposte (registro, ipotecaria e catastale) si pagano per intero, e anche l’IMU va saldata fino alla data del rogito. Nulla di strano, ma è bene saperlo per calcolare correttamente il ricavo netto.

  • Se è affittata, serve un'attenzione in più
    Se la casa è locata, sarà necessario verificare il contratto e rispettare i tempi di disdetta. Inoltre, la presenza di un inquilino può influire sul prezzo di mercato e sul tipo di acquirente interessato (una casa già affitatta, per esempio, può attirare un target di investitori). L'importante è valutare la strategia giusta e farti affiancare da un professionista Agente Immobiliare.

  • Attenzione al patrimonio complessivo (ISEE, IMU, TARI)
    La seconda casa, anche se inutilizzata, comporta spese annuali (IMU, TARI, ecc.) e può incidere sull’ISEE, se stai valutando agevolazioni o bonus. A volte, vendere può essere una scelta intelligente anche per semplificare la gestione patrimoniale.

In sintesi: nessun ostacolo, ma qualche valutazione in più sì. Ecco perché avere al tuo fianco un’agenzia che conosce bene questi aspetti può fare davvero la differenza.

 

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Il supporto di Facile Rogitare: chiarezza fiscale, documenti in ordine e zero stress

Con Facile Rogitare seguiamo regolarmente la vendita di seconde case, sia per clienti residenti che per chi vive lontano dall’immobile. In molti ci scelgono proprio per avere un punto di riferimento chiaro, affidabile e operativo anche a distanza.

Con Facile Rogitare, puoi contare su:

  • Verifica della regolarità catastale, urbanistica e fiscale dell’immobile

  • Calcolo chiaro delle eventuali imposte sulla vendita e spiegazione dei tuoi diritti fiscali

  • Valutazione della convenienza tra tassazione sostitutiva e IRPEF

  • Coordinamento di tutti i passaggi fino al rogito notarile, anche a distanza

 

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